Il 1942 Indice Respinti?

3. ROMA LUBIANA ROMA: L'INTERNAMENTO DEGLI EBREI PROFUGHI

3.6 Specialmente in provincia di Lubiana

Il 21 febbraio del 1942 anche da Lubiana, come in precedenza accaduto da Fiume, arrivò a Roma una richiesta di disposizioni sul trattamento da riservare ai profughi che entravano nel territorio della provincia. Il documento non è stato rinvenuto, ma di esso c'è traccia nella risposta del destinatario che era il Capo della polizia.
"Con riferimento alla situazione prospettata con nota 21.02 us n.02789 circa il pericolo cui vanno incontro in Croazia gli ebrei colà respinti, questo Ministero dispone che quando risulti che i predetti in Croazia sarebbero fucilati, si dovrà lasciarli nel Regno, proponendo l'internamento in altre provincie per coloro che, motivi di sicurezza consiglino di allontanare da codesta provincia" i
Questa comunicazione porta, come si è detto, la firma del Capo della polizia, ma il numero di protocollo - 500/8109 - rimanda alla polizia politica. Ad ogni modo è da quest'ultima che, lo stesso giorno, la Direzione affari generali e riservati viene informata di quanto il Capo della polizia ha deciso.
L'appunto, compilato dal Direttore Capo della divisione politica recita:
" Come è noto, numerosi ebrei, già residenti nel territorio ex jugoslavo occupato dai tedeschi e nella Croazia, si trasferirono, dopo lo smembramento della Jugoslavia, nel nostro territorio e specialmente in provincia di Lubiana. La questura di quella città, in base alle direttive dell'Alto Commissariato, ha finora respinto , nei luoghi di provenienza, molti di detti ebrei che si erano stabiliti a Lubiana dopo il 1 aprile 1941, giorno della occupazione italiana, mentre ha internato molti altri ebrei che, essendo ivi residenti in epoca anteriore, erano stranieri o comunque pericolosi. Poiché la suddetta questura ha fatto presente che in Croazia gli ebrei sono oggetto di gravi minacce e spesso anche di violenta soppressione, l'eccellenza il Capo della polizia, presi ordini superiori, ha disposto che per quegli elementi che motivi di sicurezza consiglino di allontanare da quella provincia si dovranno inoltrare singole proposte di internamento in altre province del regno. Se ne informa codesta divisione per quanto di competenza e per le disposizioni che crederà impartire alle questure interessate." ii
Insieme alla chiara denuncia della "violenta soppressione" cui vanno incontro gli ebrei, ricordata nel testo, l'appunto si rivela interessante anche per altri motivi:
1) spiega l'internamento degli ebrei residenti o da tempo emigrati nella provincia con una loro presunta pericolosità;
2) accenna a numerosi respingimenti dei profughi arrivati successivamente di cui non c'è traccia nella scarsa corrispondenza tra Lubiana e Roma finora rinvenuta;
3) lascia supporre che l'internamento dei profughi in Italia, iniziato già da molti mesi, avverrà solo a seguito di quanto ha disposto "l'eccellenza il capo della polizia, presi ordini superiori" solo a partire da quel giorno;
4) la disposizione che contiene risulta nettamente in contrasto con quella ricevuta dal prefetto di Fiume direttamente da Mussolini solo due mesi prima.
Mancano, allo stato delle ricerche, documenti che attestino altra corrispondenza tra Lubiana e Roma sulla questione dei profughi tra il mese di marzo e l'inizio del mese di settembre del 1942. Non mancano, invece, documenti che mostrano come, da Lubiana, in questo stesso arco di tempo, si continuassero ad inviare, al Ministero dell'Interno, proposte di internamento la cui conferma, però, in qualche caso, incontra difficoltà.
Nel mese di maggio, precisamente il 16 maggio, parte, ad esempio, la proposta di internamento per
Brec Bruno.
L'uomo - originario austriaco - era stato fermato il 24 aprile precedente, con l'accusa di essere un attivo comunista. Negando l'accusa, egli afferma di essere, invece, ebreo per nascita, ma di avere abiurato per la religione cattolica. Racconta di essersi allontanato da Vienna nel 1938 e di essersi recato a Bratislva ed a Budapest con regolare passaporto. Espulso da quest'ultima città, nel 1941 era arrivato a Zagabria e nel dicembre dello stesso anno clandestinamente a Lubiana […]
Le accuse di natura politica cadono rapidamente, ma - ed è il primo caso che si incontra nella ricostruzione cronologica degli internamenti - viene disposto che egli venga respinto alla frontiera croata.
Disperato, Brec durante il viaggio in treno, eludendo la vigilanza delle guardie che lo accompagnavano, tenta il suicidio. Per questo motivo viene portato in ospedale, con la premessa che "a guarigione avvenuta sarà nuovamente accompagnato alla frontiera". Qualche settimana dopo, il 15 settembre, le disposizioni per l'uomo cambiano. L'Alto Commissario comunica a Roma che "in considerazione delle conseguenze cui andrebbe incontro l'ebreo straniero indicato in oggetto venendo respinto in Croazia, si è soprasseduto all'esecuzione del provvedimento, anche perché il medesimo si trova in atto ricoverato presso il locale ospedale psichiatrico. D'altro canto, non ritenendosi opportuno l'ulteriore suo soggiorno a Lubiana, stante la nota particolare situazione di questa provincia, se ne propone l'internamento, appena guarito, in un campo del Regno."
Brec viene dimesso dall'ospedale che, nei documenti, risulta essere stato quello psichiatrico nell'aprile del 1943 e trasferito in carcere, ma il 2 luglio 1943 Il Ministero ne dispone l'internamento ad Arezzo. iii


i ACS, MI, DGPS, DAGR, Categorie permanenti. A16, stranieri, RSI, 1943-1944 1943 - 1944, b 13, f. Ebrei stranieri ex Jugoslavi. Nota n. 8109 del 12 marzo 1942, Capo della polizia a Questore di Lubiana
ii ACS, Ivi, Capo della polizia a Divisione affari generali e riservati, Appunto n.8110 del 1 marzo 1942
iii ACS, Mi, Dgps, AGR, A4bis (Stranieri internati),b.54, f. Brec Bruno fu Adalberto

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