Presentazione del database

Woher und wohin

Zieht sich meinWeg

So schwer und so träg

Ohn’ Ende und Beginn?
Da dove e verso dove

si dirige il mio cammino,

così greve e così lento,

senza fine né inizio?


Versi del poeta jiddish Frug, citati da Claudio Magris in
“Lontano da dove – Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale“ – Einaudi

L’idea di costruire e pubblicare on line un database contenente i nomi di ebrei stranieri che, nel 1943, si trovavano internati in Italia nasce con un duplice scopo.

Il primo è quello di consentire alle famiglie degli internati, ma anche a coloro che in Italia nacquero, durante il periodo di internamento dei genitori,  di recuperare le informazioni essenziali su quanto accadde in quegli anni: una sorta di “fotografia”, un po’sfocata forse, ma ugualmente comprensibile, di quelle vicende, di quelle storie.

Il secondo è quello di mettere a disposizione dei ricercatori uno strumento che contribuisca agli studi da qualche tempo, per fortuna, sempre più numerosi, sull’internamento degli ebrei stranieri nell’Italia fascista.

Il database contiene, oltre ai dati anagrafici degli internati, informazioni sull’ultimo luogo di internamento documentato, sugli eventuali spostamenti avvenuti in precedenza, ma anche le notizie, quando è stato possibile reperirle, su quello che accadde loro dopo l’8 settembre del 1943.

La ricerca è stata condotta – salvo rare eccezioni – non sui fascicoli personali, ma sugli elenchi riassuntivi delle presenze, elenchi che, però, non sempre consentono la ricostruzione completa di tutti i dati necessari ad una precisa identificazione.

Nonostante questi limiti, le possibilità di ricerca che il database offre sono, diverse.  Si va da quelle più semplici, che portano, digitando un cognome, o una data di nascita, a recuperare le informazioni su un singolo internato oppure, se presente, sull’intero gruppo familiare, o su tutti gli internati con lo stesso cognome, a quelle più complesse: ad esempio, digitando il nome di una nazione o di un luogo di nascita, si possono recuperare i dati riguardanti tutti gli internati che da essi provenivano.

In ogni caso, frammenti di storie che però, riportati alla luce e raccolti in un unico “luogo”, sicuramente possono diventare storia.

La scelta di fissare – salvo qualche eccezione di cui si darà conto più avanti - il 1943 come data centrale nasce, tecnicamente, dalla tipologia dei documenti dai quali la ricerca stessa ha avuto inizio, ma vuole assumere un preciso significato storiografico: quello di fissare il momento immediatamente precedente l’inizio della persecuzione delle vite, il momento in cui si  determinò il destino di ciascuno. Verso la tragedia, oppure, come il database in molti casi documenta, verso la salvezza.

Naturalmente il database è un’ “opera aperta”, in costruzione, da aggiungere alle fondamentali ricerche che già sono state portate a termine o che sono in via di ultimazione, da incrociare con esse, continuando a costruire conoscenza.

L’illustrazione della tipologia, della consistenza e dell’uso delle fonti, chiarisce, insieme a quanto è stato già fatto, quanto ancora ci sia da fare, da cercare, soprattutto negli archivi delle province e dei comuni, che sicuramente contengono ancora tanti documenti da interrogare, tante “tracce” da ricostruire.

La stessa pubblicazione on line, in realtà, è un invito ad arricchire questo strumento ed a correggerne gli errori che sicuramente contiene.