Il lavoro che segue è uno dei primi per il quale si è sperimentata la possibilità di ricostruire, facendo interagire le informazioni estraibili dal database con la ricerca storica, le linee generali di quanto accadde in una provincia, in questo caso la provincia del Carnaro, agli ebrei stranieri che vi erano presenti negli anni della persecuzione razziale.
I motivi per cui la scelta è caduta proprio su questa zona ed in particolare su Fiume ed Abbazia dipendono soprattutto dalle sfide che, per storia e posizione geografica essa pone al ricercatore che intenda approfondire le modalità e le fasi secondo le quali vi vennero applicate e subite le leggi razziali.
Colpisce, a questo proposito, ascoltando o leggendo le interviste rilasciate da alcuni testimoni diretti di quanto accadde a partire dal settembre del 1938, constatare come le disposizioni che portarono anche a Fiume ed in altre località della provincia all'internamento di molti degli ebrei che vi risiedevano si siano sedimentate nella memoria quasi come un momento "altro", rispetto alla drammaticità degli avvenimenti successivi. Tuttavia, se questo atteggiamento è sicuramente comprensibile, chi scrive ritiene, invece che la perdita della cittadinanza e il successivo internamento degli ebrei stranieri risulti essere uno dei passaggi persecutori che a quegli avvenimenti aprirono la strada.
Per ricostruire queste vicende, in linea con l'impostazione metodologica che è alla base della ricerca generale sull'internamento fin qui condotta, si sono seguiti i percorsi di lavoro di seguito illustrati.
Innanzi tutto si è costruito un elenco generale che raccoglie i nomi di tutti gli ebrei residenti nella provincia che, nell'arco di tempo che va dal settembre del 1938 fino al mese di giugno del 1940, erano stati inseriti nelle liste fatte compilare dalla prefettura, come passibili dei vari provvedimenti previsti dalle leggi razziali.
Non si troveranno, quindi, nell'elenco - per quanto corposo - tutti i nomi degli ebrei iscritti nelle varie Comunità o di tutti quelli, a vario titolo, presenti nella provincia, bensì solo di quelli - e spesso solo del capofamiglia - che diventarono preciso oggetto di attenzione, della determinazione persecutoria delle autorità locali, soprattutto del prefetto Temistocle Testa.
Va subito detto, però, che proprio questa determinazione, che potremmo definire, alla luce di quanto risulta dai documenti, furiosa, portò ad un accavallarsi di liste, nelle quali compaiono spesso gli stessi nomi posti in situazioni diverse, cosa che potrebbe aver portato, nella ricerca anche a qualche incompletezza o a qualche errore nella definizione della posizione "giuridica" in cui l'illegalità di quelle leggi poneva i singoli individui.
Il secondo momento è consistito nel confronto dell'elenco così ottenuto con le informazioni presenti nel database per individuare il numero degli ebrei che - resi stranieri dalle leggi o che nella provincia del Carnaro si trovavavano come profughi - furono internati e seguirne, così, il percorso ed il destino.
Immediatamente successivo all'arco temporale indicato, è quello che inizia il 6 aprile del 1941, con l'occupazione e lo smembramento, da parte dell'Italia fascista e dell'alleato nazista, della Jugoslavia. La provincia del Carnaro, provincia di frontiera, che vide anche estendersi le zone di propria competenza, diventa crocevia per tutti gli ebrei che, rimanendo nella stessa Jugoslavia, in particolare, ma non solo, nella Croazia sottoposta al governo degli ustascia, vedono nel passaggio nelle zone controllate dagli italiani e nell'Italia stessa, la loro ultima occasione di salvezza.
Anche su questo periodo il database, sostenuto da diversi documenti d'archivio, ha potuto fornire informazioni interessanti, per quanto ancora parziali. Si vedano, ad esempio, per quanto riguarda i profughi, quelle sulle vicende legate ai respingimenti alla frontiera o agli allontanamenti che, per quanto previsti dalle norme, trovano nella provincia del Carnaro l'applicazione più dura.
La presenza di diverse tabelle e i frequenti riferimenti a dati numerici contenuti nel testo, potrebbero ingenerare l'idea che il lavoro che qui si presenta privilegi esclusivamente il piano compilatorio, la fredda esposizione di cifre. Chi scrive, invece, ritiene che proprio nelle cifre possano trovare conferma le pur necessariamente sintetiche ricostruzioni che le accompagnano e che dall'interazione dei due piani, nasca ulteriore interesse pper l'argomento, fondato su una precisa documentazione.
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