a cura di Anna Pizzuti
Le storie: Alberto Freund | Indice |
I documenti contenuti nel fascicolo di Schachne Wald ed in quello di Peisach Wald, figlio di Schachne, anch'esso internato in Italia, sono veramente pochi.
Essi ricostruiscono solo il momento in cui Schachne da Ferramonti chiede ed ottiene di essere riunito al figlio Peisach che si trovava internato a Canove di Roana (VI) fin dal mese di novembre del 1941.
Alcuni indizi consentono, tuttavia, di situare la loro storia sullo sfondo di avvenimenti storici ben noti.
I due dovevano risiedere in Germania, come si deduce dal fatto che il primo, nonostante fosse nato in Polonia, nella lista dei naufraghi della nave Pentchoi viene definito German stateless, mentre il secondo risulta essere nato a proprio a Berlino.
Sappiamo che i numerosi ebrei di origine polacca residenti nel Reich furono tra i primi ad essere colpiti direttamente dai provvedimenti antisemiti, ma non sappiamo se padre e figlio erano tra le migliaia di ebrei di origine polacca espulsi dalla Germania alla fine del mese di ottobre del 1938ii o se decisero autonomamente di tentare di mettersi in salvo per le diverse vie che poi li portarono a rincontrarsi in Italia: Peisach internato dalla Dalmazia su una delle navi partite da Spalato sul finire del 1941iii, Schachne, invece, arrivato a Ferramonti da Rodi il 12 febbraio del 1942.
La prima istanza per il ricongiungimento parte da Canove di Roana il 13 febbraio del 1942, esattamente il giorno dopo l'arrivo del padre Schachne a Ferramonti.
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Io sottoscritto Pesach Wald, internato a Canove di Roana, inoltro domanda a questa regia Questura perché a mio padre Schachne Wald , che si trova internato a Ferramonti - Tarsia (Cosenza) sia concesso di unirisi al figlio in Canove. Faccio noto che mio padre è in età avanzata e il clima di Calabria non conferisce alla sua malferma salute e ha perciò maggiormente bisogno delle cure e dell'assistenza del figlio.
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Il 19 febbraio è Schachne a chiedere il trasferimento.
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Il sottoscritto Wald Schachne, attualmente internato nel Campo di Concentramento di Ferramonti, Cosenza, fa cortese istanza a cod. Ministero affinché venga trasferito a Canove di Roana per il seguente motivo: in detta località è confinato suo figlio Wald Peisach di Schachne, nato a Berlino l'8 ottobre 1921. Il sottoscritto, come padre ha il vivo desiderio di raggiungere il figlio da cui è separato da alcuni anni. Infine si permette di osservare che il figlio predetto, di debole costituzione e sofferente, pur trovandosi a Canove in condizioni climatiche assai favorevoli alla sua debole salute, ha bisogno di una persona che si occupi di lui. Tale compito non può essere assunto, nelle circostanze attuali, che dallo stesso padre, che appunto per questo chiede di venir trasferito a Canova. Confidando che in considerazione dell'età avanzata del richiedente e benevolmente vagliando le ragioni esposte, cod. on. Ministero vorrà accogliere la presente rispettosa domanda.
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La risposta del Ministero tarda ad arrivare, per cui le istanze debbono essere ripetute più volte. E' Peisach il primo a farlo, Il 23 marzo da e la richiesta viene accompagnata dal parere favorevole della stessa Prefettura di Vicenza, ma al ministero l'11 aprile chiede ancora informazioni, sia a Vicenza che a Ferramonti. In particolare il direttore del campo è pregato di esprimere il proprio avviso in merito, fornendo altresì notizie sulla sua [di Schachne] condotta.
Il 23 maggio è quest'ultimo a ripetere la richiesta, mentre solo quasi due settimane dopo, il 5 giugno, il direttore del campo di Ferramonti comunica sia a Roma che a Vicenza che Wald Schachne si trova nel campo di Ferramonti solo dal 12 febbraio us e durante tale periodo non ha dato motivi a rilievi con la sua condotta e si dichiara favorevole al trasferimento.
Il trasferimento di Schachne a Canove di Roana, viene disposto dal ministero intorno alla metà del mese di giugno, ma è solo il 22 luglio successivo che il direttore del campo comunica: faccio costà accompagnare l'internato in oggetto, costà trasferito. Il predetto, durante l'internamento in questo campo non ha dato luogo a rilievi.
Schachne Wald si ricongiungerà con il figlio il 24 luglio del 1942. I due resteranno a Roana fino 9 settembre del 1943. Il giorno dopo, infatti, i due, come molti altri ebrei stranieri internati nella provincia di Vicenza, si allontanano arbitrariamente per ignota destinazione.
Allo stato delle ricerche è possibile documentare la sede in cui, dopo la fuga o la liberazione si trovavano 305 dei 587 internati presenti in molte località della provincia di Vicenza intorno all'8 settembre del 1943.
Molti di essi riuscirono a passare la frontiera elvetica, ma la maggior parte si diresse verso il sud, mettendosi in salvo nelle regioni già liberate dagli alleati. Alcuni riuscirono anche ad imbarcarsi, nella primavera/estate del 1944 sulle navi che partirono da Taranto o da Napoli verso l'allora Palestina o verso gli Stati Uniti.
Così non fu per i due Wald, padre e figlio. Anch'essi avevano tentato di raggiungere il sud Italia liberato, ma furono arrestati a Civitaquana e, da qui, trasferiti a Roma, nel carcere di Regina Coeli, da dove furono prelevati con altri 74 ebrei e portati alle Fosse Ardeatine.iv
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