A Ferramonti - Da altre nazioni europee
Svizzera
Da Ginevra
Ginevra, 23 maggio 1942
Mio caro Ricike, ho ricevuto la tua cartolina postale del 14 di questo mese e rispondo immediatamente, ma poiché oggi abbiamo una visita, lo faccio molto in fretta e domani ti scriverò più ampiamente. Voglio dirti soltanto che sei un grande sciocchino, perché io ho pregato più volte il Valobra1 di aiutarvi. Sii dunque più savio e chiedi l'offerto sussidio, perché io presentemente non posso mandarti nulla ed anche noi approfittiamo dell'appoggio della nostra comunità. Oltrecciò faccio io una brutta figura, perché sono stato io a chiedergli il favore, ed a voi verrà molto bene un po' di denaro, viveri e vestiario. Scrivigli quindi subito per mezzo di Bloch e chiedigli ciò di cui hai bisogno. Coi libri è un altro paio di maniche e veramente ne mandano a tutti coloro che ad essi si rivolgono. Adesso io lavoro alla Relico e scriviamo giornalmente al Valobra. Per Fredy mi interesserò domani alla legazione di Berna: essi saranno il meglio informati. A quanto mi consta anche il papa è intervenuto nell'interesse dei compagni di sorte di Fredy e famiglia e spero che il buon Dio farà che ci possiamo rivedere in buona salute. Scrivi dunque al Valobra e non essere stupido e troppo modesto. Molto affettuosamente ti abbracciano (due nomi indecifrabili)
Tradotto il 22 ottobre 1942/Br
Repubblica Slovacca
Doh?any, 25 ottobre 1942
Caro amico Massimiliano, prima di tutto accettate il mio cordiale saluto e ricordi di voi. Sarete forse stupefatto della mia lettera, siccome è così scritta, eppure mi sono risoluto a mandarVi un saluto. Tante volte mi avete mandato a salutare a mezzo dei Vostri cari, ciò che io ho sempre ripetuto per mezzo di loro. Vi saluto ancora una volta cordialmente e vi auguro tutto il migliore vostro caro amico I. Harnedék.
Ho sentito dei vostri godimenti passati e presenti e perciò ne lo so immaginare quanto avete sofferto nel passato. Però avete scritto che le cose sono già migliorate, Ve lo auguro proprio. Io sto bene fin adesso meno che i dolori, che ho dalla guerra passata, non so se lo sapete che sono un invalida di guerra. L'anno scorso sono stato a curarmi nei bagni termali e quest'anno invece no. Molto volentieri parlerei con Voi dei Vostri patimenti, siccome ho passato anch'io una certa parte del mondo. Ci è avvenuto un cambiamento, però la vita è normale. Io mi occupo di agricoltura, per adesso e mi pare la cosa migliore per ora. Per noi della roba ne abbiamo più che sufficiente, facendo attenzione. Le giornate le trascorro piuttosto in casa. Per molto tempo non abbiamo avuto pioggia cosicchè non potevamo in campagna far niente. Solo adesso ha piovuto. Là da voi la campagna frutta di più di certo come da noi. Con questo termino la mia lettera, ricambiando i saluti e sono sempre Vostro con tanti auguri. Amico Ignac Hanedék
Francia
gentile signore, ho ricevuto oggi la vostra cartolina postale e Ve ne ringrazio molto. Spero di poter pagare nell'avvenire il mio debito verso di Voi. Ho già mandato a Ràdom l'autorizzazione all'indirizzo che ho ricevuto di Voi. Nel caso in cui questo si sarebbe perso, ne ho mandato un altro a Varsavia dalla mia sorella. In questi giorni ho ricevuto una lettera di essa così supplicante che la censura l'ha lasciata passare. Questa è la prima lettera che ho ricevuto da quando mi trovo in Francia. Ho saputo così che mia madre è molto ammalata. Mi domando quando potrò finalmente trovarmi a casa. Fra poco partirò per un impiego, ma non so ancora esattamente quando. Spero che non aspetterò molto. Vi scriverò ancora e vi darò delle mie notizie. Io mi trovo abbastanza bene. Abito in un luogo di cura, dove sto a causa dei miei reumatismi che mi facevano soffrire e adesso sto molto meglio. Vi prego, datemi ancora delle vostre notizie. Come mai vi siete trovato in Italia?Con tanti cordiali saluti. Stefan Dominiak
Ax les Thermes Hotel Regina (Arriège)
Teilhet, 29 maggio 1942
Caro Zio, sono molto lieto di sapere che hai ricevuto la mia lettera. Non conosco gli indirizzi della nostra famiglia e così potrò mandare a Te tutte le mie notizie. Noi lavoriamo tutti in una azienda agricola e guadagniamo ciò che abbiamo bisogno per vivere. Di più un nostro amico ci ha prestato del denaro, che noi gli renderemo a poco a poco. In ogni modo andiamo avanti. La tua cara figlia ci ha mandato qualche giorno fa una cartolina con il tuo nuovo indirizzo. Ti prego, zio, scrivici tutto ciò che fai e come va la vita. Noi non siamo ricchi, ma se mai avrai bisogno di un aiuto, scrivici e se possiamo esserti utili, ti aiuteremo senz'altro, e ciò che abbiamo sarà alla tua disposizione. Aspetto una tua risposta e ti saluto cordialmente. Deni [?]
E' vero che …. (un nome illegibile) è con te?
Al signor David Croitor
(Senza data)
Mio caro piccolo David, questa mattina la padrona dell'albergo mi ha consegnato la tua lettera. Non ti so dire che grande gioia ho provato nel vedere che sei sempre lo stesso bel ragazzo! Non posso quasi credere che sei proprio tu! Tutta Lione ti conosce, eppure io ti mostro a tutti dicendo: "Guardate qua, ho ritrovato mio marito" e la gente mi guarda in modo strano, non capisco davvero perché. Forse la gioia mi rende più bella e mi fa brillare gli occhi! Oggi pregherò ancora il buon Dio perché ti conservi in buona salute. Da qualche giorno tutti mi chiamano … (nome incompensibile) a causa della spilla. Sulle due fotografia sei vestito molto bene, e persino con molta eleganza. Vedi, mio caro tesoro, che nella vita non bisogna mai perdere la speranza. La gente non sa aspettare. Un anno di separazione non è niente se dopo si può essere ancora più uniti. Io comincio ad avere fiducia nel nostro destino e credo che avremo ancora anni meravigliosi da vivere insieme. La vita è ben fatta e diventerà per noi buona come prima. Io cercherò di essere ancora più bella per te e di piacerti anche da lontano. Vedo che hai in mano anche la sigaretta, ti piace, dunque, sempre fumare! Ti assicuro che in questo momento io darei metà della mia vita pur di riabbracciarti davvero piccolo mio. Tu sai che sogno sempre di stringerti tra le mie braccia, ma il sogno è sempre breve. Mia madre mi parla sempre di te e le ho mandato la tua lettera perché la legga anche lei. Così sarà felice per me e per te. Ti adoro e ti abbraccio forte forte. Arrivederci presto. La tua piccola moglie (nome incomprensibile)
odierna Ucraina
Leopoli lì 15 maggio 1942
Caro Signore, m'immagino come sarete meravigliati nel ricevere la mia lettera, ma non sarò così presuntuosa da credere che Vi farà piacere. Prima di tutto devo spiegarVi da dove Vi scrivo dopo quasi tre anni di silenzio. Potrei scrivervi un libro intero per poterVi illustrare le nostre vicende dal momento della nostra separazione, ma Vi prometto di risparmiare la Vostra pazienza e di provare di non annoiarvi troppo. Dato che a Leopoli vi sono rimasti pochi abitanti di Bielsko, ci incontriamo quasi ogni domenica dai Sonderling che abitano vicino da noi e nella casa di cui tutti si riuniscono. Elza Sonderling è in corrispondenza con Hela, alla quale aveva accennato in una lettera che ci vede. Hela ha subito risposto mandando il vostro indirizzo e mi ha chiesto di scriverVi, perché diceva che vi trovate molto solo. Parecchie volte volevo sapere le Vostre notizie, ma questo non era facile, perché i bolscevichi erano molto contrari ad ogni contatto con l'estero e non si poteva insistere senza arrischiare delle conseguenze penose. Così non ho potuto avere il vostro indirizzo. Molto spesso, quando andavamo dai EB … (indistinto)prima che i bolscevichi li abbiano trasportati in Russia, parlavano dei tempi passati e della vostra vita felice come era prima e sempre parlavamo anche di Voi. Lei si è sposata adesso e non so cosa fa adesso. Voglio lasciare il posto per delle altre notizie, perciò Vi scriverò poco di noi. Dopo delle numerose peripezie ci siamo trovati a Leopoli e solo per miracolo siamo stati risparmiati dai bolscevichi che dovevano portarci via in fondo della Russia. Abbiamo visto molte cose triste. Mio marito lavora da due anni e mezzo in una fabbrica di marmellata e guadagna abbastanza per darci la possibilità di vivere. Questo è già molto. Ma non potete immaginarVi come è cambiato. E' magrissimo e ha i capelli quasi bianchi. Quando lo guardo ho voglia di piangere ed è difficile d'immaginare che ha solo 37 anni! Però, possiamo ancora dire che siamo felici, perché almeno siamo tutti insieme. In quanto a me, il più triste è che sono un'invalida di guerra in condizioni di cui non posso parlare. Ho rotto la gamba destra in un modo così disgraziato, che zoppico e soffro sempre di dolori interni, benchè questo sia successo 9 mesi fa. Non lascio quasi mai la casa, solo la domenica per andare dai Sonderling, perché le lunghe gite mi stancano troppo e perché zoppico, ciò che mi vergogna, perché stavo sempre così bene prima! Mi occupo dunque della casa, che sta in ordine perfetto e mi rincresce solo che non posso avere un impiego! Una cosa sola mi consola, cioè l'affermazione di un famoso professore cui sono andata, che dice che dopo una operazione molto grave, potrò di nuovo camminare normalmente e starò completamente bene. Magari potessi essere operata presto! Mi inquieto anche per la mia famiglia, perché mio fratello, il dottore, è stato preso dai bolscevichi per fare il servizio nell'esercito, e non abbiamo di lui nessuna notizia. Mia madre, come pure il secondo fratello, stanno a Stryj. Ecco ciò che riguarda noi. Adesso vi parlerò dei nostri amici comuni. Credo che vi interesserà molto di sapere che Ehrenzweig è morto di colpo. Si faceva facilmente cattivo sangue e aveva molti dispiaceri. Sua moglie lavora in uno stabilimento dove Erwin Sonderling è uno dei vice-direttori. Molta gente di Bielsk vi è del resto occupata , come per esempio Lanfelder, Steiner, langer, Lerner, Flode Lowenberg, Kurt, Blum con le sorelle e la signora Guttenberg. Il lavoro è molto duro, però prossiamo ancora servire a qualche cosa. Molti nostri conoscenti sono andati ad Aleksandrow, da Karl Peter, ma non ve ne parlerò, perché dovrei scrivere fogli interi. Se qualcuno vi interessa specialmente, fatemi per piacere delle domande e vi darò, se possibile delle informazioni. Di Bela non abbiamo liete notizie. La poverina cambia appartamento per la novesima volta, suo marito non sta bene, e i bambini sono spesso ammalati. Lei però è sempre coraggiosa e fa del tutto per andare avanti. Noi anche dovremo trasportarci fra poco e questo mi spaventa perché mi sento disperata all'idea di abitare questo quartiere ebreo. Ma molte persone di nostra conoscenza vi sono già installate, e noi facciamo parte di un piccolo gruppo di gente fortunata, che non ha ancora conosciuto i piaceri del trasloco. Mi domando se veramente non avete in Italia nessuna delle nostre conoscenze? Perché vi sentite così solo? Ho delle difficoltà ad immaginarmi voi infelice a causa della solitudine, perché mi ricordo che Vi piaceva spesso di stare solo e che anzi, spesso evitavate la gente. Ma tante cose piacciono quando si le fa per la propria volontà, però sembrano meno gradite quando si è forzato a sopportarle. Potete credermi che vorrei di tutto cuore, come pure la mia famiglia, rendervi la solitudine meno amara? Potrei farlo in qualche modo? Mi rallegro all'idea di avere delle notizie da Voi, perché vorrei molto sapere tutto ciò che Vi riguarda. Scusatemi se vi scrivo una lettera così lunga, ma mi sembra che sto parlando con un vecchio amico che s'interessa a tutto ciò che racconto.
Se non fosse così, Vi prego di dirmelo, perché Vi ricordate che sono sempre stata sincera e mi piaceva la sincerità negli altri.
Adesso finisco la lettera, per permettere al mio marito di aggiungere qualche righe e Vi mando i miei saluti più cordiali. Else [?]
Caro signore, vorrei molto che abbiate la possibilità di leggere questa lettera, perché so che Vi farà piacere, non tanto per il fatto che è scritta da noi (modestia obbligatoria!) ma per il fatto che dopo un periodo così lungo e una completa mancanza di notizie, avrete finalmente un segno di vita dai vostri amici. Voi potete in ogni modo scriverci (in lingua tedesca) e noi proveremo anche di non lasciarvi senza notizie di noi. Mia moglie esagera un po', facendo una descrizione così tragica, perché ho perso in tutto 15 Kg. Il più importante è che ho abbastanza forze per poter continuare a vivere. Ciò che mi inquieta di più è la salute di Elsa, la quale si stanca molto a causa della sua gamba. Il chirurgo ci ha assicurato che dopo un'operazione starebbe bene e eviterebbe una infermità, ma nelle nostre condizioni non possiamo farla fare adesso. Saremmo veramente molto felici se potessimo ricevere da voi una lunga lettera con tutti i particolari relativi alla vostra esistenza. All'inizio della guerra abbiamo ogni tanto avuto notizie di voi, ma dal 1940 non sappiamo più niente. Vi prego, scriveteci tutto ciò che potete su di voi. Vi mando i saluti i più cordiali e auguri di tutto il bene.
Serbia occupata
Da Belgrado
Belgrado 25 ottobre 1942
Caro Oskar, la prima cosa che devo fare è di scusarmi con te di non aver risposto subito alla tua lettera. Ma eccone le ragioni. Io ho ricevuto la tua lettera recentemente, per cui ti rispondo appena adesso. Non so se sai, ma credo di no, che sono stata tre mesi ad Avala e del tutto sola. Mi trovavo in una pensione, come in un collegio. Vi erano molte bambine, donne e anche uomini. Di ciò ti parlerò più oltre, ma adesso voglio dirti il più importante. Io oggi ti desidero così tanto che non so cosa farei per stare sola con te. Il tempo è meraviglioso e ideale per una passeggiata fra le bellezze della natura. Mi metterei su una panchina e mi ricorderei volentieri del tempo passato insieme. Mi siederei ed immaginerei che tu dovresti arrivare e sederti vicino a me.. Oskar, sai che ti amo ancora sempre?. Come sarei felice se tu potessi essere qui per stare assieme. Là puoi anche tradirmi con la tale persona che mi ha scritto. Io so il tuo debole per le bionde. Come mai che ti trovi con lei anche così lontano?. Probabilmente non sei completamente indifferente verso di lei, perché so come vanno queste cose. Là siete assieme, io non ci sono, giusto l'ideale per voi due. Forse mi sbaglio, ma è giustificato il mio dubbio. Scrivimi anche di ciò. Ho visto i tuoi amici, e l'uno e l'altro. Šoša ha perso tutto e abita in qualche luogo vicino a Senjak. Ti saluta molto. Non ho fatto in tempo a dargli l'indirizzo perché l'ho visto sul tram e ciò otto mesi fa, giusto prima della mia malattia. Non so se sai che avevo slogato una mano. Oggi ho letto le tue due lettere perché soltanto oggi me le hanno consegnate. I miei ti amano tutti tanto e parlano di te. Io credo, Oskar, che se tu venissi io guarirei subito e non potrai dormire tre giorni dalla gioia. Adesso nessuno si opporrebbe di vedermi con te perché tutti sono favorevoli a te. La mamma mi dice continuamente di sposarmi con te quando finisce la guerra, chè lei non me lo proibirà. Come vedi, dunque, Oskar, sto bene da quel lato. Avrei dovuto sposarmi già varie volte, ma non ho voluto. Fra qualche giorno vado a casa, non vedo proprio l'ora. Dato che io ti mando la fotografia devi mandarmene anche tu una, cuoricino mio e devi rispondermi subito, affinchè non debba aspettare molto. Ma tutto ciò, lettere e fotografie, è così lontano dalla realtà. Non so se sei d'accordo, scrivimi se ti piace. D'altra parte avrò-avremo questa felicità affinchè io un giorno possa mostrarti le mie fotografie e parlarti del lontano passato. Ti scriverei volentieri ancora a lungo, ma vedi anche tu che non c'è più posto. La mamma mi chiama ad andare a mangiare, e poi vado a letto. Così mi passano tutti i giorni, come vedi più che severamente. Non vado in nessun luogo, soltanto faccio qualche volta una piccola passeggiata. Adesso non vedo l'ora di tornare a casa, per poter suonare e cantare. Salutami molto tutti, tuo papà a tua mamma e nella speranza che tu possa tornare quanto prima, tante cose da Jela.
Richard Oesterreicher arriva a Ferramonti dal campo albanese di Kavaja il 27 ottobre del 1941. Non si conosce il luogo in cui si trovava dopo la liberazione del campo o quello verso il quale si diresse.
Il destinatario della lettera è stato identificato in Massimiliano Kriezler, arrivato a Ferramonti da Rodi il 14 settembre 1942. Risulta presente a Bari, nel Camp Transit n.1 al 16 ottobre 1944.
Dancyger Slama e la moglie Kupfermann Anna arrivano a Ferramonti da Rodi il 12 febbraio del 1942. I coniugi Dancyger si imbarcheranno da Napoli per Fort Ontario (Oswego, New York) nel luglio del 1944.
Adolfo Waldner arriva a Ferramonti da Rodi il 12 febbraio 1942. Non si conosce il luogo in cui si trovava dopo la liberazione del campo e nemmeno quello verso il quale si diresse.
Simone Bass, ebreo polacco, arriva a Ferramonti da Bengasi il 16 settembre del 1942. E' presente a Bari nel Camp Transit n.1 al 16 agosto 1944
Il destinatario della lettera è stato identificato in Munk Oskar ebreo jugoslavo arrivato a Ferramonti dal campo di Kavaja in Albania, insieme al padre Munk Mosa, alla madre Abraham Nelly ed alla sorella Clementina. La famiglia Munk fu trasferita a Borgo Taro (PR) il 26 dicembre del 1942. Non si conosce il luogo in cui si trovava dopo la liberazione del campo e nemmeno quello verso il quale si diresse.
La Repubblica Slovacca
Dopo la Conferenza di Monaco Adolf Hitler, che stava preparando un'invasione delle terre ceche e la creazione di un protettorato di Boemia e Moravia, iniziò anche a pensare ad una soluzione per la sistemazione della Slovacchia. Si decise infine di renderla Stato indipendente, ma sotto la forte influenza della Germania, in modo che il territorio slovacco potesse costituire una base strategica per gli attacchi della Germania alla Polonia e verso l'est. Il 13 marzo 1939 Hitler invitò Jozef Tiso (l'ex Primo ministro slovacco che era stato deposto dalle truppe ceche alcuni giorni prima) a Berlino e lo convinse a proclamare una Repubblica slovacca indipendente. Tiso si rifiutò di prendere la decisione da solo, quindi fu autorizzato da Hitler a tenere una riunione con il Parlamento (Dieta), per approvare l'indipendenza del Paese. Il 14 marzo il Parlamento dichiarò unanimemente l'indipendenza. Nasceva così la repubblica Slovacca con capitale Bratislava. La Repubblica Slovacca approvò subito una serie di misure dirette contro i 90.000 ebrei del Paese. Dall'ottobre 1941 15.000 ebrei furono espulsi da Bratislava: molti furono mandati ai campi di lavoro. La Slovacchia fu uno degli Stati che acconsentì alla deportazione dei propri ebrei, conformemente al piano della soluzione finale. Le deportazioni degli ebrei dalla Slovacchia iniziarono nel marzo 1942, ma si conclusero nell'ottobre dello stesso anno. Le deportazioni degli ebrei ripresero nell'ottobre 1944, quando l'Armata Rossa sovietica giunse al confine slovacco, ed ebbe luogo la rivolta nazionale slovacca. In seguito a questi eventi, la Germania decise di occupare l'intera Slovacchia e il Paese perse interamente l'indipendenza. In tutto, le autorità tedesche e slovacche deportarono circa 70.000 ebrei dal Paese: circa 65.000 di questi furono uccisi.
Francia
Il regime di Vichy risponde solertemente all'ordine tedesco di censire gli Ebrei nella zona occupata emanato il 27 settembre 1940. Il 3 e 4 ottobre 1940 vengono promulgate le prime leggi antiebraiche; una in particolare conferisce ai prefetti il potere discrezionale di internare gli " stranieri di razza ebraica " in " campi speciali ". Tra la fine di ottobre 1940 e i primi di giugno 1941 seguono altre leggi che organizzano lo " status degli Ebrei " rendendo le loro condizioni di vita sempre più precarie e disumane. Sono leggi ancora più radicali e sbrigative di quelle di Norimberga. I campi di internamento francesi, dove vengono raccolti numerosi ebrei stranieri e francesi prima della deportazione, vennero dislocati nei pressi dei Pirenei, in località fredde e piovose; le condizioni degli internati si rivelarono da subito disumane a causa del clima, della fatiscenza delle strutture, della carenza di igiene, della fame e dell'isolamento dalla vita civile. Durante l'estate del 1942 il regime di Vichy tratta un accordo con i responsabili della polizia tedesca per consegnare a quest'ultima 10.000 Ebrei della zona non occupata e 20.000 Ebrei della zona occupata. Per tenere fede a questi impegni il governo francese esegue le grandi retate dell'estate 1942.La Francia non occupata è in quel momento l'unica zona in Europa dove le autorità competenti consegnano di propria iniziativa gli Ebrei ai nazisti. Tra il 1942 e il 1944, 62 convogli di deportati ebrei sono partiti da Drancy (stazione di Drancy-le Bourget e Bobigny), 6 da Pithiviers, 2 da Baune-le-Rolande, 2 da Compiègne, 1 da ciascuna delle stazioni di Lione, Tolosa, Angers e Clermont Ferrand. Gli ebrei arrestati al Nord e nel Pas-de-Calais sono internati in una caserma a Malines in Belgio, da dove sono deportati in Germania.
Serbia
In Serbia, subito dopo l'occupazione tedesca, si era insediato il governo collaborazionista del generale Milan Nedi? che dipendeva direttamente dal comando tedesco . Già al momento dell'invasione tutta la popolazione ebraica era stata posta sotto il diretto controllo delle SS . Nella sola Belgrado vivevano ben 11.780 ebrei Nel giro di pochi mesi gran parte degli uomini ebrei erano stati messi a morte, per evitare che andassero a ingrossare le fila dei partigiani . Per gli ebrei ancora in vita, soprattutto donne e bambini, furono adibiti a campo di internamento i padiglioni della Fiera (in serbo Sajmište) di Belgrado. Ad eccezione di poche decine di donne rilasciate, in gran parte nelle prime settimane grazie ad amicizie o a riscatti, pochissime uscirono vive dal campo . Verso la metà di marzo del 1942, giunse direttamente dalla Germania un camion speciale attrezzato per la gassazione. Giorno dopo giorno, fino all'8 maggio 1942, durante il tragitto dal campo alle fosse comuni di Avala, a 15 km da Belgrado, migliaia di donne insieme ai loro bambini furono uccise con il gas.
Doh?any (in ungherese Donány) è un comune della Slovacchia facente parte del distretto di Púchov, nella regione di Tren?ín. Questa regione dal 1940 al 1945 fece parte della Repubblica slovacca.
Ax-les-Thermes è un comune francese di 1.464 abitanti situato nel dipartimento dell'Ariège nella regione del Midi-Pirenei.
Teilhet è un comune francese di 188 abitanti, anch'esso situato nel dipartimento dell'Ariège nella regione del Midi-Pirenei.
La città di Lione, dopo la divisione della Francia successiva all'invasione tedesca, venne a trovarsi nel territorio della repubblica di Vichy. Oltre a quelli residenti, nel 1942 a Lione erano presenti numerosi ebrei profughi dalla zona occupata dai tedeschi.
Nella città operò Klaus Barbie, detto, appunto, il boia di Lione. Barbie organizzò la deportazione di centinaia di ebrei e la tortura ed eliminazione fisica di altre centinaia di patrioti francesi. Dette la caccia anche a quarantaquattro bambini ebrei nascosti in un villaggio di Izieu, li scovò e li fece deportare nel campo di sterminio di Auschwitz.
Leopoli (in polacco Lwow, in tedesco Lemberg, in Ucraino L'viv) Allo scoppio della Seconda guerra mondiale contava 340.000 abitanti di cui ben 110.000 di fede ebraica. I sovietici entrarono nella città tre settimane dopo l'inizio della guerra. Nell'accordo tra nazisti e sovietici per la spartizione della Polonia infatti Lvov ricadeva nella sfera di influenza sovietica. Contemporaneamente affluivano in città più di 100.000 ebrei in fuga dalla Polonia occupata dalla Germania. I Sovietici reagirono a questa "invasione" espellendo un notevole numero di ebrei in Siberia. Quando, il 22 giugno 1941, i tedeschi attaccarono l'Unione Sovietica circa 10.000 ebrei fuggirono insieme con le truppe russe in ritirata. Il 30 giugno i tedeschi entravano in città. Si scatenò una spaventosa caccia all'ebreo. L'8 novembre 1941 venne istituito il ghetto e gli ebrei vennero spostati in quest'area entro il 15 dicembre successivo. Il ghetto, allestito nella seconda metà del 1941 dopo l'arrivo dei Tedeschi, fu liquidato nel giugno 1943 con tutti i suoi abitanti, che erano sopravvissuti alle precedenti uccisioni, e deportazioni. Oggi la città fa parte dell'Ucraina.
1 Lelio Vittorio Valobra era un esponente di spicco della comunità ebraica di Genova. Dopo la proclamazione delle leggi razziali ed il passaggio in Italia di ebrei in fuga dopo l'annessione dell'Austria da parte del Terzo Reich, Valobra, su indicazione dell'Unione ebraica, di cui era vicepresidente, venne incaricato di dirigere la DELASEM (Delegazione per l'assistenza degli emigrati ebrei) fondata nel dicembre del 1939. Lo scopo dell'associazione era l'aiuto all'espatrio e alla sopravvivenza sia per i profughi ebrei internati o confinati.