a cura di Anna Pizzuti
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"Il sottoscritto è uno dei tanti infelici che hanno sofferto queste (sic) inenarrabili peripezie
per la loro odissea in condizioni disagiatissime prima del loro salvataggio
e del loro accantonamento a Rodi"i
Il fascicolo di Ignazio Grosz si apre con due istanze, presentate dalla sorella, Francesca Grosz maritatata Gatta residente a Napoli.
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A Sua Eccellenza il Ministro dell'Interno - Roma
Oltre sei mesi orsono mio fratello prese dalla Jugoslavia imbarco per recarsi al lavoro in America. Nello Adriatico il piroscafo fu silurato ed egli, per fortuna, fu tra coloro, una decina, che si salvarono, resistendo per otto giorni in balia delle onde, nudi e privi di cibi. Raccolto da una nave italiana fu sbarcato a Rodi, dove venne internato tra i civili di campo Stadione. Attualmente è gravemente infermo di polmonite, residuatagli per tutto il tempo che stette in balia delle onde, senza abiti e digiuno. Per quanto innanzi ho avuto l'onore di riferire alla E.V., oserei pregarvi umilmente perché a mio fratello venga concesso di poter venire a Napoli a curarsi, alloggiando presso di me, obbligandomi io sia al suo sostentamento che alle spese di viaggio. Sicuro (sic) che V.E. vorrete contribuire, con un gesto di grande magnanimità a salvare la vita di un uomo, che non ha demeritato, e che il suo amaro destino lo ha voluto ridurre in tale stato, umilmente vi ringrazio"
Napoli 11 12 maggio 1941 Grosz Francisca maritata Gatta Francesca (sic)
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Ricevuta l'istanza della signora, il Ministero dell'Interno attiva la procedura d'ufficio. Il 25 maggio la rinvia alla Prefettura di Napoli, pregandola di fornire informazioni e parere al riguardo.
La Prefettura risponde il 10 giugno del 1941, informando il Ministero dell'Interno che lo straniero Grosz Ignazio fu Leopoldo, attualmente internato a Rodi, non ha precedenti in questi atti. Su conforme avviso del locale Centro C.S., all'uopo interpellato, si esprime parere contrario a che il predetto straniero a che il predetto straniero venga a Napoli, zona militarmente importante.
La signora Gatta riceve il 9 luglio del 1941 la comunicazione che la sua istanza è stata respinta.
Fin qui il fatto che il Ministero dell'Interno non colleghi la presenza a Rodi di Ignazio Grosz alla vicenda della nave Pentcho può essere anche giustificato, perché le trattative in corso per l'allontanamento dall'isola dei naufraghi si stavano svolgendo tra il governatore del Possedimento e il Ministero degli Affari Esteri.
A partire dal mese di luglio del 1941, invece, verificata l'impossibilità di rinviare i naufraghi ai luoghi da cui provenivano, comincia a concretizzarsi l'idea del loro internamento in Italia ed a questo punto il Ministero dell'Interno viene coinvolto direttamente nella discussione.
Ed anche se le trattative tra i vari uffici non la coinvolgevano direttamente non poteva sfuggire alla Direzione generale di Pubblica Sicurezza il riferimento a Rodi chiaramente presente nel testo delle istanze che i fratelli Grosz tornano a presentare anche nel settembre del 1941. Risulta, quindi, piuttosto sorprendente che ad esse si continui a rispondere attivando le procedure consuete, come se si ignorasse che la discussione in coro tra le varie autorità prevedeva trasferimento il collettivo dei naufraghi. ii
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On.le Ministero dell'interno - Direzione Generale di P.S. - Roma
La sottoscritta Francesca Grosz in Gatta abitante in Napoli via ***, prega codesto onorevole Ministero affinché voglia trasferire mio fratello Grosz Ignatz fu Leopoldo che si trova internato civile a Rodi (Egeo) che è ammalato e non ha in quella località alcun parente. Prega di volerlo trasferire presso un campo di concentramento di terraferma più vicino a Napoli ove possa farlo curare e aiutarlo. Con la speranza di un vivo interessamento. Con perfetta osservanza.
Napoli, 22 12 settembre 1941 Francesca Grosz in Gatta
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On.le Ministero dell'interno - Direzione Generale di P.S. - Roma
Il sottoscritto Ignatz Grosz fu Leopoldo e fu Teresa Gumvald, nato a Bratislava il 1/1/1898 2/1/1899 (sic) internato civile di guerra a Rodi (Egeo), prega codesto onorevole Ministero affinché sia trasferito a causa che è ammalato e non avendo alcun parente tranne la sorella che si trova a Napoli abitante in via *** la quale ha sposato il signor Gatta Giovanni e che gli può dare un certo aiuto e curarlo. Nella speranza di essere trasferito in uno dei seguenti comuni di terraferma: Caianello - Formicola - Galluccio - Mignano - Pietramalara - Riardo [e altri] Viterbo, Firenze, Perugia. Sperando che la seguente (sic) istanza sia presa in considerazione, ringrazia.
Napoli 20 agosto 1941 Rodi, 14 settembre 1941 Ignatz Grosz Rodi Egeo Campo Stadione
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Nei giorni in cui le due istanze arrivano a Roma la decisione di interare in Italia tutti i naufraghi della nave Pentcho era ormai giunta a maturazione e si sarebbe dovuti passare alla fase operativa che era di stretta competenza del Ministero dell'Interno.
Eppure, come avveniva per le normali procedure, il Ministero dell'interno, 3 ottobre del 1941, si rivolse alle Prefetture delle quattro province - Napoli, Viterbo, Firenze e Perugia - pregandole con la formula rituale di far conoscere il proprio avviso in proposito.
La prima a rispondere fu la Prefettura di Napoli che rifiutò l'internamento di Ignazio Grosz in quella provincia, associandosi al parere del locale Comando Superiore che recitava: Poiché la proposta di internamento non è stata formulata da questo Centro, non sono in grado di esprimere il parere richiesto. Si conferma il parere contrario [già] espresso.
Nel giro di pochi giorni anche le Prefetture di Firenze e Viterbo respingono con varie motivazioni la richiesta di Ignazio Grosz, mentre quella di Perugia, pur dichiarandosi contraria al suo internamento nel capoluogo, dà il suo nullaosta all'internamento dell'uomo in un comune della provincia.
Il Ministero dell'Interno non accoglie questa disponibilità, condividendo il parere negativo del Comando Superiore e, il 28 ottobre del 1941, comunica la sua decisione al Ministero degli Affari Esteri.
E' solo a questo punto che la burocrazia ministeriale si attiva per chiarire la particolare condizione di Ignazio Grosz, chiedendo informazioni direttamente a Rodi e così, il 12 dicembre del 1941 il Ministero dell'Interno viene informato che il Regio Governo delle Isole Italiane dell'Egeo ha comunicato quanto segue: "Il nominato Ignazio Grosz, di cui è oggetto il foglio in riferimento e che ha inoltrato l'istanza al Ministero dell'Interno, appartiene al gruppo degli ebrei naufraghi del piroscafo, qui internati, dei quali questo governo ha da tempo richiesto a codesto ministero l'allontanamento dal possedimento. Pertanto, trattandosi di un problema da risolversi nell'insieme e la soluzione del quale è ancora in pendenza con il MI, non ritengo opportuno di aderire alla sua istanza di trasferimento isolato nel Regno"
Ignazio Grosz arriva a Ferramonti il 12 febbraio del 1942, insieme al primo dei due gruppi nei quali i naufraghi erano stati divisi.
Durate la sua permanenza nel campo continuerà ad inviare istanze perché essere trasferito in una sede più vicina a Napoli. Una di queste, finalmente, viene accolta e così, il 10 ottobre del 1942 Ignazio Grosz verrà trasferito a San Donato Val Comino. Qui restò fino al 6 aprile del 1944, giorno in cui venne arrestato dai tedeschi insieme ad altri 15 ebrei stranieri internati. Trasferito prima a Roma, nel carcere ddi Regina Coeli e poi a Fossoli, fu deportato il 16 maggio del 1944 ad Auschwitz e non sopravvisse alla Shoah. iii
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