I profughi presenti a Lubiana nel 1941 Indice Il 1942

3. ROMA LUBIANA ROMA: L'INTERNAMENTO DEGLI EBREI PROFUGHI

3.4 Lubiana: situazione discreta

Dagli sviluppi di queste storie appare evidente che i fermi e gli arresti operati a Lubiana non precludessero l'internamento, anzi, questo spesso sembra quasi la conseguenza finale dei precedenti provvedimenti.
Le richieste di internamento che partivano da Lubiana, erano firmate dall'Alto Commissario Grazioli e, salvo rare eccezioni, erano impostate su un modello sempre ripetuto:
"Profugo [o "profughi, in caso di gruppi familiari] da Zagabria [o dalla Croazia], risiede in questa città il soprascritto ebreo straniero che si rifiuta di far ritorno in Croazia, dove teme sarebbe in pericolo la propria incolumità. Non ritenendosi opportuna l'ulteriore sua presenza a Lubiana per la particolare situazione di questa provincia, se ne propone l'internamento in una località del Regno. Si resta in attesa di determinazioni, significando che il predetto ha mezzi per mantenersi a proprie spese."
In vari casi, la conclusione era diversa: "il medesimo non ha mezzi per potersi mantenere a proprie spese", ma questa ammissione non precludeva l'internamento, nonostante le disposizioni, più volte ribadite, che poteva essere trasferito in Italia solo chi fosse in grado di mantenersi autonomamente.
Il fermo e l'eventuale arresto venivano segnalati nella richiesta di internamento, ma, per il resto la formula rimaneva invariata .
Va segnalato il fatto che molte di queste comunicazioni manca la data precisa dell'ingresso nella provincia della persona o delle persone per le quali si chiedeva l'internamento, il che non consente di ricostruire con precisione la cronologia del flusso dei profughi.
Un quadro generale di come dovette evolvere la situazione a Lubiana con il passare delle settimane si rinviene in una relazione che Eugenio Bolaffio inviò alla sede di Genova della Delasem nel novembre del 1941.
"Situazione discreta. Negli ultimi tempi sono stati espulsi soltanto 6 profughi che erano stati precedentemente arrestati (per immigrazione irregolare, non per colpe specifiche) Vi sono ancora alcuni arrestati in corso di internamento. Siamo intervenuti per evitare le manette durante il trasporto. Non viene più né espulso né arrestato nessuno e tutti vengono avviati all'internamento con semplice foglio di via, quando siano in grado di pagare il viaggio. Abbiamo disposto che, per i non abbienti, la nostra locale rappresentanza paghi i viaggi, così la questione è risolta. Massima comprensione da parte dell'Altro Commissario Grazioli, ottima collaborazione con il dottor Cardone, dell'Ufficio Stranieri della Questura. Anche qualche singolo elemento, arrivato di recente, viene avviato all'internamento." i
La disponibilità alla collaborazione delle autorità di Lubiana segnalata da Eugenio Bolaffio arriva anche a tener conto delle richieste dei profughi, la più frequente delle quali riguardava la possibilità di mantenere o ricostruire l'unità del nucleo familiare i cui membri spesso si perdevano di vista durante la fuga. Gli esempi che seguono stanno a dimostrarlo.
Hermann Ascher, ebreo tedesco, arriva a Lubiana probabilmente nel settembre del 1941 e viene fermato dalla polizia in quanto profugo. Nella stessa città si trova il figlio Leo che vi era giunto nei mesi precedenti. Il nome di Leo Ascher, ebreo tedesco, infatti, compare nell'elenco degli ebrei nubili emigranti presenti a Lubiana al momento dell'annessioneii . I diversi tempi di arrivo o qualche altro problema non esplicitato nei documenti, dovettero far temere al padre che, nell'internamento, sarebbe stato separato dal figlio. Per questo motivo si affretta a pregare il Ministero dell'Interno "perché sia data uguale destinazione". Hermann Ascher sarà accontentato e il 31 novembre del 1941 raggiungerà a Ferramonti il figlo Leo, che vi era arrivato tre settimane prima. iii
Siegfrid Weiss e la moglie giungono insieme a Lubiana da Zagabria ed anche per loro - come già accaduto ad altri in quello stesso mese - alla fine del mese di novembre 1941 viene richiesto l' internamento in Italia in un paese della provincia di Aosta. Il 5 dicembre il ministero comunica l'accoglimento della proposta e i due vengono muniti di foglio di via per poter partire. Pochi giorni dopo la loro partenza, viene segnalata al ministero, la presenza a Lubiana della figlia dei due, Zlata Weiss, vedova Abraham - il cui marito era stato ucciso in un campo di concentramento croato - con la sua bambina Dorotea di sei anni. Anche questo nucleo familiare si era diviso durante la fuga e Zlata, con la bambina, in precedenza aveva tentato di entrare clandestinamente a Susak, venendo però respinta.
La storia di questa famiglia conferma quello che affermava Grazioli mesi prima, cioè che gli ebrei profughi respinti dalla Provincia del Carnaro o, più precisamente, da Susak si dirigevano verso Lubiana.
Ma conferma anche la disponibilità del ministero dell'Interno ad accogliere le richieste di internamento che provenivano da Lubiana in Italia, anche quelle più difformi rispetto alle disposizioni.
I coniugi Weiss,infatti, nel giro di poche settimane saranno raggiunti nella loro località di internamento dalla loro figlia e dalla nipote.
Ancora più singolare, anche per il numero delle autorità coinvolte, appare la vicenda di Kata Singer Rosenfeld, ebrea croata la cui procedura di internamento era iniziata il 22 dicembre del 1941. Alla proposta arrivata da Lubiana il ministero aveva disposto, il 13 gennaio 1942, l'internamento in provincia di Chieti, nel comune di Lanciano. Manca il documento che, secondo la prassi, registra la consegna del foglio di via a significare che la donna doveva essere rimasta a Lubiana. E, infatti, il 9 marzo successivo il ministero chiede se fosse stato provveduto al suo internamento. Lubiana risponde il 17 successivo:
"[… si comunica che nei confronti della soprascritta ebrea straniera è stato temporaneamente sospeso il provvedimento di internamento in attesa delle determinazioni di codesto ministero circa l'internamento dell'ebreo croato Weiss Sandor con cui la Singer ha chiesto di essere assegnata"
Il ministero concorda con questa decisione e scrive: "A modifica di quanto disposto con la ministeriale del 13 gennaio si prega di avviare la nominata in oggetto con foglio di via obbligatorio a Chieti, la cui questura provvederà ad inoltrarla nello stesso comune di quella provincia che sarà assegnato ai di lei parenti Weiss Sandor fu Giacomo, moglie e figlia, con cui la Singer ha chiesto di essere assegnata."
Weiss Sandor, con la moglie Schwarz Wilhelmina e la figlia Tea, internati da Fiume, arriveranno a Lanciano il 12 aprile 1942, lo stesso giorno in cui vi arriverà Kate. iv
Le caratteristiche che si rinvengono nelle storie personali fin qui riportate hanno tratti comuni con le tante altre che possono essere ricostruite grazie ai documenti contenuti nelle decine di fascicoli personali di ebrei stranieri internati dalla Provincia di Lubiana ad oggi esaminati.
Esse confermano, quindi, il giudizio di Eugenio Bolaffio sulla situazione che si potrebbe definire quasi di sintonia realizzatasi fin dal mese di maggio del 1941 tra le autorità di Lubiana e il Ministero dell'Interno.
A dimostrazione di ciò, una sorta di relazione inviata da Lelio Vittorio Valobra a Epifanio Pennetta - direttore della seconda sezione della Divisione degli affari generali e riservati di Pubblica sicurezza - il 19 dicembre del 1941, al rientro da un suo viaggio a Lubiana dove si era recato "onde meglio organizzare il servizio di assistenza ai profughi ebrei che ancora si trovano in quella provincia."
Valobra , nella lettera, illustra l'attività di Eugenio Bolaffio, il quale, come rappresentante della Delasem, "osservando scrupolosamente le istruzioni che gli vengono impartite dalle Autorità locali e specialmente in relazione con le disposizioni emanate da codesto Ministero in merito all'internamento dei profughi ebrei trovantisi a Lubiana, egli ha prestato alle competenti autorità locali la più ampia collaborazione, a piena soddisfazione delle stesse."
Il presidente della Delasem prosegue mettendo in evidenza che " la sua attività facilita il compito delle stesse [autorità locali]nella raccolta dei dati e nell'inquadramento dei profughi che dovranno ancora venire internati."
Valobra scriveva per appoggiare la richiesta di revoca dell'internamento disposto per Bolaffio e per la sua famiglia, in quanto ebrei residenti a Lubiana e, quindi, le sue parole potrebbero esagerare l'utilità, per lo stesso governo locale, del ruolo svolto da Bolaffio, ma i documenti fin qui rinvenuti confermano, in larga parte, offrono una conferma nel complesso puntuale alle sue parole. v


i UCEI, 4P Delasem, Assistenza, Rapporti con i comitati locali, Eugenio Bolaffio a Lelio Vittorio Valobra. In analogia con le valutazioni di Bolaffio, un promemoria della Delasem, risalente all'inizio del 1942,senza destinatario specificato, ma sicuramente rivolto al Ministero dell'Interno, tornando a riferire sulla precaria situazione dei profughi riusciti ad entrare nella città di Susak, si conclude con queste parole: "Si stima che vi siano nel territorio del Commissariato di Sussa qualche centinaio di profughi che non domandano altro che di essere internati, analogamente a quanto è stato concesso ai loro compagni di sventura di Lubiana e Spalato." A conferma che era ben noto che la situazione nella Provincia di Lubiana era in generale più tranquilla.
ii ACS, Mi, Dgps, AGR, A4bis (Stranieri internati),b.24, f. Ascher Ermann fu Leopoldo
iii ACS, Ivi, b.371 Weiss Siegfrid fu Giulio
iv ACS, Ivi,b. 330, f. Singer Rosenfeld Kata fu Milan
v ACS, Ivi, b.48, f. Bolaffio Eugenio fu Vittorio cit

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