Le cifre: il Governatorato della Dalmazia
La preoccupazione delle autorità per la presenza di ebrei profughi sul territorio del Governatorato della Dalmazia inizia già nelle prime settimane della sua istituzione. La prima opzione che si presenta per risolvere il problema è quella dell'internamento in Italia, cui fa riferimento una comunicazione diretta il 27 luglio del 1941 dal Ministero dell'Interno alla Direzione generale di pubblica sicurezza, avente per oggetto: "Afflusso di profughi a Spalato". In essa si riporta la preoccupazione del Governatore per la presenza di 180 profughi che la Comunità Israelitica locale non è più in grado di mantenere e le sue premure "perché sia provveduto alla loro assistenza materiale e all'eventuale internamento".1
In realtà Bastianini aveva come unico scopo quello di allontanare in tutti i modi gli ebrei profughi dal territorio di sua giurisdizione, utilizzando tutti i mezzi di cui poteva disporre, per cui propendeva contemporaneamente sia per l'internamento in Italia sia per l'espulsione e l'allontanamento, senza trascurare, però, l'ipotesi dell'istituzione di campi per ebrei sullo stesso territorio dalmata.
Come accadeva nelle altre zone, molti dei profughi venivano arrestati perché "muniti di documenti falsi che - in base a quanto segnalava la Legazione Italiana a Zagabria - avevano ricevuto da apposita organizzazione composta uomini e donne che rilasciano detti documenti non rivelando loro identità […] I lasciapassare verrebbero spontaneamente offerti at ebrei per somme varianti da 10.000 dinari at somme irrisorie ciò che fa ritenere organizzazione agisca fini politici"2. L'ultima parte del telegramma rispecchia lo stesso pensiero di Bastianini, che vedeva nei profughi ebrei essenzialmente una minaccia per l'ordine pubblico, ma su di lui avevano buon gioco anche le pressioni dei croati che minacciavano di sospendere i rifornimenti alimentari che dal loro territorio arrivavano in Dalmazia qualora i profughi non fossero stati rimandati indietro3.
L' afflusso sempre crescente dei profughi, facilitato anche dall'estensione della frontiera che separava il territorio delle province Dalmate sia dalla zona croata occupata dall'esercito italiano sia dalla stessa Croazia, è documentato da una serie di relazioni inviate dalla Dalmazia a Roma.
Queste, dalle quali sono tratte le tabelle che seguono, oltre a fornirci i dati - per quanto non sempre coincidenti tra di loro - relativi alla presenza degli ebrei profughi, sintetizzano i vari provvedimenti presi da Bastianini. 4
30 agosto 1941
Prefettura di Spalato a Ministero dell'Interno
SPALATO - COMUNITA' ISRAELITICA |
Pertinenti Spalato | 170 |
Profughi presenti a Spalato | 646 |
Profughi presenti a C.Vitturi e Castelvecchio | 51 |
Profughi presenti a Curzola Lissa, Traù | 26 |
09.11.1942 Governo della Dalmazia (DGP) a Ministero dell'Interno DGPS
STRANIERI ED EBREI - CENSIMENTO |
Residenti alla data dell'annessione (nella provincia?) | 485 |
Profughi fino a maggio 42 | 2748 |
Respinti alla frontiera | 475 |
Internati nel Regno (fine 1941/ 1942) | 1183 |
Internati a Curzola (inizio 1942) | 560 |
15.01.1942 Regia prefettura di Spalato ZARA
a Ministero dell'Interno Demorazza, Ministero dell'Interno DGPS, Governo della Dalmazia DGP
ELENCHI DEGLI EBREI RESIDENTI NELLA PROVINCIA DI SPALATO |
Presenti al 6 aprile 1941 | 425 |
Subito dopo il 6 aprile 1941 | 288 |
Profughi arrivati successivamente | 1921 |
DI CUI |
Internati in Italia | 1095 |
Internati Curzola | 224 |
Internati a Vallegrande (località sull'isola di Curzola) | 272 |
Internati in altre località | 52 |
I dati sull'internamento nel "Regno", cioè in Italia coincidono con quelli estraibili dal database presente nel sito. Questi ultimi fornisco anche una seconda informazione: dei
1186 ebrei provenienti dalle province dalmate internati in Italia ben
931 erano nati in Jugoslavia e quindi, con tutta probabilità erano profughi partiti dall'interno della Croazia, ma anche dalla Serbia come conferma il fatto che ben
229 di essi risultano essere nati a Belgrado
5.
Nella sua ultima comunicazione, l'estensore della nota offre anche una sintesi dei dati forniti: "Alla data del 31 ottobre decorso risultano così presenti in detta provincia n.
485 ebrei
6 , con domicilio stabile e
530 rifugiati dopo l'annessione
7. Per questi ultimi sono in corso le pratiche di internamento o di allontanamento". La data di riferimento - 31 ottobre 1941 - non è precisa, in quanto gli internamenti in Italia avvengono tra il novembre ed il dicembre successivo ed è nello stesso periodo che viene istituito l'internamento nell'isola di Curzola.
Ed a proposito di "pratiche di allontanamento" c'è da rilevare che queste vengono espletate quando in Croazia sono già iniziate le deportazioni verso la Polonia.
Nell' agosto del 1942, però, Bastianini inizia a maturare la convinzione definitiva che per i profughi che continuavano ad arrivare in Dalmazia non c'era più posto.
"Non potendo le province della Dalmazia annessa ospitare i gruppi di profughi ebrei qui giunti dalla Croazia, è previsto un loro ritorno nella zona di occupazione Italiana nella Croazia stessa": così scriveva già nell'agosto del 42 il capo della segreteria particolare del Governatore Bastianini all'avvocato Lelio Valobra, smentendo l'ipotesi dell'istituzione di un campo di internamento nell'isola di Ugliano, nella Dalmazia settentrionale. "Per evitare però - continua la nota - i pericoli cui Voi fate cenno è stato concordato con le autorità militari di occupazione che il ritorno degli stessi avvenga in località in cui possa essere garantita la loro incolumità e in cui essi possano avere, se necessario, protezione"
8
La richiesta non era certo facile da ottemperare, ma da essa scaturì un dibattito tra autorità civili e militari italiane che portò alla decisione di assegnare i profughi ancora presenti sul territorio dalmata e non internati a Curzola all' internamento libero in una serie di località situate lungo la fascia costiera croata, nella zona sottoposta al controllo dell'esercito italiano
9.
Tra i motivi alla base di questa decisione, forse anche quello che il Nunzio in Italia, Borgoncini Duca riferisce in questo dispaccio inviato al cardinale Maglione il 2 settembre del 1942
"Mi è pervenuto il Suo venerato dispaccio del 26 agosto p. p., n.5928/42,' riguardante le tristi condizioni degli ebrei croati che, rifugiatisi sulle coste dalmate, sarebbero ora costretti dalle autorità italiane di rientrare in Croazia. È stata mia doverosa premura interessarmi subito presso la direzione generale di Polizia e mi è stato assicurato che tale notizia non è esatta. Il Governo italiano, infatti, ha disposto che detti ebrei non possano maggiormente inoltrarsi nel Regno, come essi avrebbero voluto, ma che risiedano soltanto in quelle provincie passate attualmente all'Italia. Tutto questo mi si diceva " perché non possiamo convertire il nostro paese in un covo di ebrei "
10.
Una relazione arrivata alla Delasem sembra però dimostrare che, nonostante l'idea dell'istituzione dei campi per gli ebrei nei territori croati occupati dai militari venisse proprio dalle autorità dalmate, da questa zona non ci furono spostamenti e che residenti e profughi rimanessero a Spalato e nei suoi dintorni fino al settembre del 1943.
Contrariamente, infatti, a quanto avvenne per gli ebrei internati nei campi fascisti istituiti nella seconda zona, da Curzola non ci furono spostamenti verso il campo di Arbe
11
"Nella Dalmazia occupata - leggiamo nella relazione - si trovano ancora 1700 ebrei e cioè circa 400 ebrei residenti a Spalato, circa 800 profughi si trovano nella città e nei dintorni di Spalato, circa 500 profughi ebrei trovatisi attualmente nell'isola di Curzola e cioè circa la metà nella località di Curzola e l'altra metà nella località di Vallegrande. In totale circa 1700 persone. Tutte queste persone si troverebbero in grave pericolo di vita qualora le Autorità germaniche, che hanno già preso possesso di tutto il territorio croato immediatamente adiacente alla città di Spalato, estendessero la loro ingerenza nelle zone di Spalato e Curzola. Si chiede quindi per un motivo di umanità che venga consentito a queste 1700 persone di trasferirsi in adatte località dell'Italia centrale, tenendo conto del fatto che, in mancanza di misure adeguate si può difficilmente contare che una sola di queste persone possa salvarsi la vita"
12
Dal database presente sul sito risulta che furono 120 gli ebrei ex internati nell'isola di Curzola che raggiunsero l'Italia meridionale liberata dopo l'8 settembre 1943.
1 ACS,MI,PS, A 16 Ebrei stranieri, b. 15 "Spalato"
2 ACS Ivi, telegramma R.Legazione Italiana a Zagabria a Ministero dell'Interno Gabinetto, 30.10.1941
3 Davide Rodogno, Il nuovo ordine mediterraneo cit. p.444
4 ACS,Ivi, Relazioni sul numero degli ebrei presenti nel Governatorato e sui provvedimenti presi nei loro confronti.
5 Sempre a proposito di internamento in Italia, vanno ricordati anche i 190 ebrei che da Cattaro furono trasferiti a Kavaja in Albania e da qui a Ferramonti il 27 ottobre 1941. Sulla vicenda vedi in particolare il saggio di Carlo Spartaco Capogreco I profughi ebrei rastrellati in Montenegro nel luglio 1941 e il loro internamento in Albania e in Italia in Laura Brazzo, Michele Sarfatti (a cura di) Gli ebrei in Albania sotto il fascismo cit. pp.153-167
6 I residenti a Spalato non vengono internati come si evince, indirettamente, dalla relazione dell'Unione delle comunità Israelitiche Italiane, 2 gennaio 1942 in ACS,PS,A16 Ebrei stranieri, b.11, f.41.bis "LUBIANA" citata in precedenza.
7 Il numero è ottenuto sottraendo al totale dei profughi il numero degli internati in Italia, degli internati a Curzola e quello dei respinti.
8 UCEI, Delasem, b.44P Varie, GOVERNO DELLA DALMAZIA Il capo della Segreteria particolare del Governatore all'avv. Lelio Valobra, Zara 30 agosto 1942.
9 Su questo passaggio cfr Davide Rodogno, Il nuovo ordine mediterraneo cit,p.446 e Klaus Voigt, Il rifugio precario cit.pp 263-264
10 Le nonce en Italie Borgongini Duca au cardinal Maglione, Rap. nr. 10997 (A.E.S. 5928 bis/42, orig.) Rome, 2 septembre 1942, Oggetto: Demarche en faveur des juifs croates internés en Italie. In
Atti e documenti della Santa Sede relativi al periodo della II Guerra Mondiale, Vol.VIII, Documento n.473, p.643
11 Cfr in
www.campifascisti.it la pagina dedicata a questo campo e i documenti in essa contenuti, in particolare la
comunicazione del 3 settembre 1943 da parte del capo di Stato Maggiore della II Armata, avente per oggetto: "Lavori completamento baraccamenti ebrei Arbe per accogliere 500 ebrei Curzola"
12 UCEI, ivi, Relazione senza data sulla situazione degli ebrei nelle zone annesse, ma sicuramente scritta immediatamente dopo il giugno 1943 quando gli ebrei erano stati già internati nel campo di Arbe